INTRO

questo blog nasce da un fremito. Dopo avere assunto stramonio all'angolo di una via montuosa ho avuto visioni dell'anno 4441. A quell'epoca era stato riassunto il calendario Maya, che inizia da una data mitica 5 Ahua 8 Cumhu e giunge fino alla fine del Mondo. Su un planetoide burocraticamente parte del Coordinamento interdipartimentale delle 15 galassie veniva sperimentata la possibilita di ibernazione attraverso le modifiche determinate dal protocollo Hymen Gottuso. Il planetoide si chiama Rorschach Phenoid in omaggio ad una possibilità. La squadra ibernata era formata da individui sceltissimi e categorizzati 10 bis per qualità fisiche intellettuali ed arroganza. questa squadra era costantemente monitorata da un manipolo altrettanto selezionata da tecnici ad altissima preparazione et curriculums che lo metterebbero in culo persino a Dio. l'ultima ruota del carro era un certo Frankie Flowers che si occupava di rinfrescare i terminali,togliere le muffe biorganiche, svuotare le latrine chimiche. Un bel giorno del 4441 la scoreggia di una supernova inclina il piano sulla mappa cosmica di Rorschach Phenoid. Ne segue un casino: Tutti i tecnici schiattano ma,miracolosamente, l'impianto di conservazione dei palloni gonfiati ibernati rimane inalterato. L'unico sopravvissuto del personale tecnico e paratecnico è,ancora miracolosamente, Frankie Flowers. Questa è la storia del suo riscatto e della sua vendetta.

N.B.il contenuto della narrazione è ovviamente alla rovescia e parte dalla fine come la scrittura maya. si prega di seguire i links per spupazzarsi tutto il trip. Grazie.






venerdì 27 marzo 2009

fAsCiA LeMmE 57. AnNo 4441. EpTaGoNo


Arrivammo alla sala conservando i cattivi propositi/il professore mi sussurrava materiale infiammabile nelle orecchie/esasperava il formicolare della buona coscienza e mi bastonava tra le orecchie con il vigore dello slancio caustico/non pisciò sul quadro comandi ma modificò la configurazione delle sommatorie gray e del prospetto kamoyon/le spie d'emergenza lancinarono ma lui continuò il lavoro a tappe forzate e sguardo mite/non bruciava come me dopo avermi indottrinato sulla bellezza del dominio e sulla verità al sapore fragrante della vendetta/ rallentammo le parallele Pistor e facemmo in modo che il sonno discreto della squadra conservazione venisse progressivamente alterato per mutarsi in qualcos'altro che potevamo solo remotamente immaginare/ poi verso sera tornammo alle due ali del palazzo ancora intatte/ riposammo ma già odiavo il professore/e meditavo continuamente su come torturarlo/ mi aveva schiuso all'odio e alla crudeltà come un pulcino di cialda si avvicina all'asbesto e comincia a sniffarne i bagliori/ sapendolo/ Lui l'avrebe chiamata invidia

2 commenti:

  1. "Come un pulcino di cialda" *__* è troppo commovente.. e anche la foto, tenerissima.. i colori e l'espressione così malinconica.. sono senza parole.. :*

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  2. nemmeno ricordo dove l'avevo pigliata nella troposfera. Deve essere bravo il tipo. Ora guardo.

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